Il Premio Luce Iblea 2024 non si limita a presentare solo fotografe donne, poiché gli organizzatori hanno scelto di includere anche una prospettiva maschile sull’universo femminile. In particolare, il fotografo Gianni Mania, invitato a far parte di questa rassegna di autori, porta un contributo significativo, essendo originario di Scicli e attivamente coinvolto nella scena professionale della sua area. Tuttavia, il suo apporto non rappresenta solamente una presenza maschile all’interno di un contesto prevalentemente femminile, ma è anche l’espressione di un professionista che ha maturato esperienze all’estero prima di tornare a casa per documentare le storie del suo territorio.
In questa occasione, tuttavia, Mania non si limita a raccontare il comprensorio ibleo, ma amplia il suo orizzonte ben oltre le coste che ha sempre avuto a portata di mano. Si avventura attraverso il Mar Mediterraneo, dedicandosi a raccontare le storie di donne che vivono in contesti complessi. Come spiega lui stesso, il suo progetto a lungo termine, intitolato “Workers”, rappresenta un reportage sulle aree rurali del bacino del Mediterraneo. Questa iniziativa si concentra in particolare sul lavoro femminile, esplorando come religione, tradizioni e cultura generino gap significativi, soprattutto se osservati dalla prospettiva occidentale.
Le zone rurali, infatti, sembrano resistere ai cambiamenti dell’epoca contemporanea, creando una sorta di isolamento temporale. Nei paesi come Armenia, Albania e Tunisia, si percepisce un’atmosfera di stasi, in cui le dinamiche sociali e lavorative femminili rimangono ancorate a modelli tradizionali. In questo modo, Gianni Mania ci invita a riflettere su realtà spesso trascurate, portando alla luce storie che meritano di essere ascoltate e comprese.