In Sicilia, l’autunno non porta solo i primi freddi e i colori caldi delle foglie, ma anche la stagione della raccolta dei babbalùci – le lumache, simbolo di un’antica tradizione culinaria e culturale. Questi piccoli molluschi, noti anche come barbani, crastuna o ’ntuppateddi a seconda della zona, sono una presenza immancabile sulle tavole siciliane, specialmente nei mesi di ottobre e novembre.
Un legame millenario
Il termine babbalùci ha origini greche: deriva da boubalàkion (βουβαλακιον), che significa sia lumaca che bufalo, per via delle “corna” sulla testa. Da allora, le lumache sono state parte della dieta umana, considerandole un alimento versatile e ricco di proteine. La loro storia è ricca di aneddoti, come quello narrato da Sallustio su un soldato ligure che usava la sua passione per le lumache per scovare un tesoro nemico.
Dalla tradizione romana ai monti Iblei
Durante l’Impero Romano, le lumache erano allevate e servite come cibo prelibato, nutrendole con latte, sapa e foglie d’alloro per migliorarne il sapore. Con la caduta dell’Impero, il consumo di lumache si ridusse alle comunità rurali, dove rimasero un alimento umile ma apprezzato. Ancora oggi, in Sicilia, la raccolta delle lumache è un rito che coinvolge intere famiglie, specie dopo le prime piogge autunnali.
La ricetta di zia Maria
Una delle preparazioni più amate è quella delle lumache al sugo, tramandata di generazione in generazione.
Ingredienti:
- 3 kg di lumache
- 1 litro di passata di pomodoro
- Sedano, carote e cipolla per il soffritto
- Peperoncino
- Olio extravergine d’oliva
- Sale q.b.
Procedimento:
- Spurgare le lumache lasciandole in un contenitore areato per qualche giorno.
- Lavare le lumache in acqua tiepida e ripulirle con sale grosso.
- Preparare un soffritto con sedano, carota e cipolla, aggiungere la passata di pomodoro e il peperoncino.
- Cuocere le lumache nel sugo per circa 20 minuti.
Curiosità e saggezza popolare
Un detto siciliano recita: “Cu mancia babbaluci e vivi acqua, sunati li campani picchì è mortu”, un monito scherzoso a non accompagnare mai le lumache con l’acqua, ma con un buon bicchiere di vino, come vuole la tradizione.
I babbalùci nella cultura siciliana
I babbalùci non sono solo un cibo, ma anche un simbolo di comunità e convivialità. Nelle case siciliane, spesso si accompagnano a canti e storie, come la canzone popolare I Babbaluci, che racconta con ironia episodi di vita quotidiana e superstizioni.
Che tu li chiami babbalùci, barbani o crastuna, queste lumache rappresentano un pezzetto di Sicilia, un ponte tra passato e presente che continua a unire generazioni attorno alla tavola.