Si è aperto il dibattimento presso il Tribunale di Ragusa contro Mario Chiavola, presidente dell’associazione politico-culturale Ragusa in Movimento ed esponente del coordinamento provinciale di Fratelli di Ragusa. Chiavola è accusato di aver compiuto il cosiddetto “saluto romano” durante una manifestazione pubblica organizzata da Casapound Italia, dedicata alla commemorazione di Sergio Ramelli.
L’accusa e le norme contestate
Secondo il capo d’imputazione, Chiavola, insieme ad altri soggetti il cui procedimento è separato, avrebbe violato l’articolo 2 del Decreto legge 122/93. Tale norma punisce chi promuove manifestazioni esterne che richiamano ideologie basate sulla superiorità razziale o sull’odio etnico.
Inoltre, il capo d’imputazione è stato integrato con l’articolo 5 della Legge Scelba (n. 645 del 1952), che vieta qualsiasi manifestazione riconducibile al disciolto partito fascista o a organizzazioni di stampo nazista.
L’episodio contestato risale al 29 aprile 2021, quando, durante l’evento a Ragusa, Chiavola e altri avrebbero eseguito il “saluto romano” accompagnato dalla “chiamata del presente,” una formula spesso associata a celebrazioni di matrice neofascista.
La denuncia e le parti coinvolte
L’indagine è stata avviata su denuncia dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), nella sua articolazione provinciale guidata dal senatore Gianni Battaglia. L’Anpi si è costituita parte civile nel processo, rappresentata dall’avvocato Mimmo Barone, e ha presentato come prova un video che documenterebbe l’accaduto.
Prossimi passi nel processo
Il processo, presieduto dal giudice monocratico, prevede una nuova udienza fissata per il 23 gennaio 2025. In quell’occasione, saranno ascoltati i primi testimoni.
L’episodio, che ha suscitato dibattito tra associazioni antifasciste e politica locale, pone nuovamente l’accento sull’applicazione delle leggi che vietano manifestazioni ispirate all’ideologia fascista nel contesto odierno.