Damiano Caruso, nativo di Ragusa, ha bissato il successo ottenuto nella seconda frazione a Caltanissetta distanziando di 5″ Louis Meintjes e di 10″ Jefferson Cepeda che si sono anche piazzati sul podio della classifica generale, seppur a posti invertiti. Nell’ultima tappa faceva parte del gruppetto di testa anche Vincenzo Nibali che ha perso contatto sulle ultime rampe dell’ascesa verso Piano Provenzana, versante dell’Etna già affrontato al Giro d’Italia 2020, chiudendo al quarto posto sia nella classifica di tappa che in quella generale. Damiano Caruso si porta a casa anche la maglia Ciclamino, cambia padrone anche la Maglia Bianca che finisce sulle spalle dell’ecuadoregno Jefferson Cepeda. Difende invece la Maglia Verde Pistacchio, Stefano Gandin, che ha portato il simbolo del primato nella classifica dei GPM dal primo all’ultimo giorno. All’Astana Qazaqstan Team va la classifica a squadre.
“Mi sento felicissimo, perche’ in un certo senso ho realizzato un sogno. Non avevo mai corso in Sicilia e farlo ora con maglia della nazionale e’ stato fantastico”. Cosi’ il siciliano di RagusaDamiano Caruso subito dopo la vittoria del Giro di Sicilia di ciclismo ottenuta grazie al successo nell’ultima tappa Ragalna-Etna di 140 chilometri. Caruso, tesserato con la Bahrain Victorious, ha partecipato alla corsa a tappe siciliana con la maglia della Nazionale Italiana. “Voglio ringraziare la mia squadra di club – ha detto – che mi ha permesso di partecipare al Giro di Sicilia e la Federazione che mi ha messo nelle migliori condizioni per vincere. Da parte mia ho fatto il massimo, ho preparato questo appuntamento con il massimo impegno e oggi con la squadra abbiamo raccolto quello che abbiamo seminato”. Nonostante sia siciliano, Caruso era alla prima partecipazione a una corsa in Sicilia, anche se conosceva bene le strade della tappa di oggi per averle percorse piu’ volte in allenamento. “Conoscevo l’ultima salita – ha sottolineato il ciclista arrivato secondo all’ultimo Giro d’Italia – sapevo che gli ultimi due chilometri erano i piu’ duri e pensavo che quello sarebbe stato il momento giusto per provare ad attaccare. Li’ le pendenze sono piu’ dure e sapevo che se volevo provare a vincere tappa e giro era proprio li’ che dovevo fare qualcosa”.
Redazione – Ragusa Post